Profilo Bio-Bibliografico

Arianna Frattali – già dottore di ricerca e professore a contratto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – è ricercatrice in Discipline dello Spettacolo presso L’Università del Salento. Studiosa principalmente delle arti della scena fra diciassettesimo e diciottesimo secolo, si è spesso focalizzata sulla drammaturgia musicale, pur aprendosi a frequenti incursioni sulle intersezioni fra teatro e media dal ventesimo secolo ai giorni nostri e alle intersezioni fra le arti in genere. È autrice di monografie ed edizioni commentate – Presenze femminili fra teatro e salotto. Drammi e melodrammi nel Settecento lombardo-veneto (Pisa, Serra, 2010), Testo e performance dal Settecento al Duemila (Milan, EDUCatt, 2012), Didone abbandonata di Pietro Metastasio (Pisa, ETS, 2014), Santo Genet da Genet per la Compagnia della Fortezza (Pisa, ETS, 2019) – e di numerosi saggi relativi al teatro del Settecento, alla figura di Vittorio Gassman e al teatro contemporaneo.

ABSTRACT

Aspetti performativi del culto esterno in età napoleonica a Milano

In un precedente studio – dedicato al rapporto tra devozioni pubbliche e potere civile a Milano e in Lombardia, nel Settecento – abbiamo preso in esame la questione dal punto di vista performativo, per riferire alcuni aspetti dell’ambiguo rapporto fra teatralità e giustizia nel Secolo dei Lumi. A partire dalla metà del Settecento sino al primo quindicennio dell’Ottocento, una serie di provvedimenti giuridici limitò, infatti, ogni abuso ed eccesso indiscriminati del culto esterno, mirando ad un maggiore controllo dei momenti di aggregazione spontanea e concentrando la pubblica devozione in occasioni stabilite e orchestrate dal clero secolare e dalle istituzioni civili.
Nonostante il tentativo (esterno, ma anche interno alla Chiesa stessa) di reprimere la teatralità emotiva e scenografica delle devozioni, alcune forme di ‘consumo’ esteriore del sacro hanno resistito ai provvedimenti settecenteschi, traghettando il loro portato emotivo nell’Ottocento. Pertanto, questo intervento si propone di analizzare i fenomeni di persistenza degli aspetti performativi del culto esterno dall’età giuseppina a quella napoleonica. Tali aspetti si erano configurati già negli anni precedenti come elemento fortemente legato ad una sensibilità popolare ancora lontana dal processo di centralizzazione delle istituzioni laiche e religiose, che preludeva alla formazione dell’Italia unita.